Il Sole 24 ore, il più autorevole quotidiano economico-finanziario italiano, intervista Alberto Antolini, AD Ocrim. Nella rubrica “Commenti a tu per tu” l’articolo dal titolo “Portiamo l’hi-tech tutto italiano nel mondo senza essere globalizzati” svela le strategie aziendali in contro tendenza.

Sulla prima pagina del quotidiano Il Sole 24 Ore di domenica 19 settembre, è presente l’anteprima dell’intervista rilasciata dal nostro amministratore delegato, Alberto Antolini, in cui racconta la storia dell’azienda e le strategie messe in essere per la sua crescita mondiale anche durante l’emergenza Covid.  “Costruiamo con l’occhio attento del sarto impianti di macinazione, progettati in tutte le componenti in Italia per poi essere assemblati nel luogo di destinazione. (…) Fare farina non è così semplice anche se poi esce sempre bianca. Noi costruiamo macchine non replicabili. Ogni Paese ha esigenze differenti, la nostra capacità è quella di offrire macchine integrate fra loro, più una componente di tecnologia applicatacosì l’Ad ha riassunto cosa fa Ocrim.

E per farlo è andata controcorrente alla globalizzazione, decidendo già nel 2008, di seguire un processo di internalizzazione, mettendo a sistema l’intera filiera produttiva italiana, offrendo un servizio completo e non prodotti singoli, “non facciamo costruire da altri i nostri componenti. Per noi il made in Italy, il fatto in casa, significa tutto. E il tempo sembra darci ragione”, come ha evidenziato Alberto Antolini. All’interno di questo processo si inserisce anche l’ingresso di Ocrim nel gruppo BF Spa e in Ghigi 1870 e, infine, il recente progetto Milling Hub.

Nell’intervista inoltre, si evidenziano anche i successi odierni dell’azienda La pandemia non ha fermato gli investimenti per costruire nuovi impianti di macinazione (…). Abbiamo firmato un contratto per un importante impianto nelle Filippine, in Camerun e in Nord Dakota”.