Oltre 300 soluzioni Smart AgriFood in Italia: le tecnologie digitali garantiscono più qualità dei prodotti e più efficienza nella filiera. E‘ quanto emerge dalla prima indagine di settore dell’Osservatorio Smart AgriFood (promosso dal Politecnico di Milano e dall’Università di Brescia).

 

Sensori nei campi e sui trattori, droni, logistica e innovazione di processo, smart packaging ed etichette intelligenti: sono solo alcune delle applicazioni di Smart AgriFood già diffuse in Italia tra produzione, trasformazione, distribuzione e consumo. Soluzioni che migliorano la competitività del settore agroalimentare, garantendo più qualità ai prodotti e ottimizzazione delle filiere. Queste soluzioni, grazie al digitale, possono contribuire a far partecipare il nostro Paese alla sfida della crescita alimentare globale.

Che Cos’è L’Agricoltura 4.0?

È il complesso di tecnologie dell’agricoltura di precisione (Internet of Things e Big Data Analytics) e quelle dell’agricoltura interconnessa (il cosiddetto Internet of Farming). Attraverso l’analisi incrociata di fattori ambientali, climatici e colturali, è possibile stabilire il fabbisogno irriguo e nutritivo delle coltivazioni, di prevenire patologie, di identificare infestanti prima che proliferino, di compiere interventi mirati, di risparmiare tempo e risorse, di incidere sulla qualità dei prodotti, oltre a migliorare la resa delle coltivazioni e le condizioni di lavoro.

Un Osservatorio Per L’Evoluzione Del Mercato

Per accompagnare l’evoluzione digitale dell’AgriFood, il Politecnico di Milano e l’Università di Brescia hanno costituito l’Osservatorio Smart AgriFood (www.osservatori.net), che ha trovato nel Polo per l’Innovazione Digitale di Cremona (“cuore rurale” italiano) un partner strategico. “L’innovazione digitale nell’AgriFood si manifesta dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione e può garantire competitività ad uno dei settori-chiave per l’economia italiana, che contribuisce per oltre l’11% del PIL e per il 9% sull’export” – afferma il Direttore dell’Osservatorio, Filippo Renga, cremonese di nascita.

Un’Indagine Che Fotografa Il “Digital AgriFood”

L‘Osservatorio ha presentato nei giorni scorsi la prima indagine italiana sulla diffusione dell’agricoltura “digitale” che, però, è limitata oggi solo all’1% della superficie coltivata complessiva. Molte PMI italiane si stanno attivando in questo processo di trasformazione, ma una forte spinta innovativa proviene dalle nuove imprese, con 481 startup internazionali nate dal 2011 ad oggi, di cui 44, ben l’11%, italiane. La maggior parte delle soluzioni (50%) è utilizzabile a prescindere dal settore agricolo, mentre il 27% è specificamente rivolto all’ortofrutticolo, il 25% al cerealicolo, il 16% al vitivinicolo.

Serve Una Logica Integrata

Perché le tecnologie digitali dispieghino il proprio potenziale, ovviamente, è necessaria l’estensione della banda larga ed extra-larga alle zone rurali, per garantire l’interconnessione della filiera. Poi, servono cultura e informazione, competenza e propensione all’investimento da parte delle imprese: fatto non scontato, considerando le esigue dimensioni medie. Soprattutto, però, è fondamentale una logica integrata di filiera, per far confluire al proprio interno i dati, elaborarli e armonizzarli per supportare decisioni e azioni tempestive.