Cresce in modo preoccupante il business delle Agromafie. È quanto emerge dal VI Rapporto Agromafie 2018 presentato il 14 febbraio da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. I principali deterrenti, a tutela del Made in Italy e della salute dei consumatori, proposti per contrastare frodi e contraffazioni. 

Trasparenza e Criteri Comuni Nel Mercato UE

In un solo anno, con un balzo del 12,4%, il volume d’affari delle Agromafie ha raggiunto i 24,5 miliardi di euro. Sono organizzazioni criminali nazionali e internazionali, coalizzate tra loro, infiltrate lungo tutto il viaggio che il cibo compie per giungere sulle tavole, dalla produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita. Il VI Rapporto Agromafie 2018 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità agroalimentare, presentato il 14 febbraio scorso nella sede romana di Coldiretti, parla di mafia 3.0 che esprime una “governance multilivello”. È chiaro il riferimento al nuovo volto di organizzazioni sempre più complesse e raffinate, che sanno come manipolare tecnologia, economia e finanza per fare business e danneggiare seriamente il libero mercato legale.  È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Va anche tolto in Italia il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero per consentire interventi mirati in situazioni di emergenza sanitaria che si ripetono sempre più frequentemente”, afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Come Si Contrastano Le Agromafie

Tra le numerose iniziative da mettere in campo, quali deterrenti efficaci contro le attività criminali delle Agromafie, c’è la proposta di applicare la “nuova “rivoluzione” che si sta diffondendo nell’industria alimentare globale e che potrebbe trasformarla radicalmente: la tecnologia blockchain.  L’adozione di un Libro mastro globale condiviso (Distributed Ledger), per documentare le relazioni commerciali lungo tutte le fasi di approvvigionamento e dell’intera filiera produttiva, consente di monitorare in tempo reale il percorso di ogni prodotto (dotato di etichetta intelligente con codice QR), all’insegna della massima trasparenza e tracciabilità. Indubbi sono i vantaggi sia per i consumatori e sia per gli attori della filiera. Grazie al QR code e all’utilizzo dello smartphone i consumatori avranno a disposizione tutte le informazioni relative all’azienda produttrice, ai dettagli di lavorazione del prodotto, alla sua data di scadenza, ai dati di spedizione etc. Vantaggi economici, invece, per gli attori della filiera, in quanto la blockchain consente la creazione e la gestione di un grande database condiviso, decentralizzato, strutturato in blocchi e criptato, che può essere modificato solo con il consenso di tutti i partecipanti. In tal modo sono assicurate l’immutabilità e l’incorruttibilità delle informazioni. Una soluzione che consente di combattere anche la contraffazione, se si pensa che più 2 su 3 prodotti Made in Italy in commercio sul mercato mondiale, in realtà non sono italiani. Fenomeno in netta espansione anche per lo sviluppo della piazza telematica dove, ogni anno, la falsificazione online delle merci cresce ad un ritmo di circa il 16% a livello mondiale.  A questo proposito, proprio per tutelare i prodotti agroalimentari Dop e Igp, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha ottenuto risultati rilevanti grazie agli accordi sottoscritti con i più grandi player dell’e-commerce mondiali quali eBay e Alibaba.  Un ulteriore contributo all’attività di contrasto alle truffe nel campo agroalimentare è stato quello messo a punto da Parlamento che, sostanzialmente, ha modificato il sistema delle misure di prevenzione del nuovo Codice Antimafia comprendendo anche tutti gli illeciti delle agromafie.