Per la prima volta insieme, agricoltura e industria si sono alleate per valorizzare il modello italiano dell’eccellenza agroalimentare. La nuova realtà associativa è stata presentata in occasione della 19esima edizione di Cibus, nel corso del convegno “Nasce Filiera Italia: alle origini del made in Italy per un miglior futuro del nostro Paese”. Tra i promotori anche OCRIM e i più noti brand della tradizione agrifood italiana nel mondo.

In Difesa Delle Eccellenze Nazionali

Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione, in qualità di acceleratore di innovazione, non poteva essere cornice migliore per ospitare il convegno “Nasce Filiera Italia: alle origini del made in Italy per un miglior futuro del nostro Paese”, che si è tenuto l’8 maggio scorso, presso la sala Pietro Barilla. Questa nuova e importante realtà associativa è nata all’insegna dell’alleanza tra produzione agricola e industria italiana, con l’obiettivo di promuovere il “consumo consapevole”, fondato sull’esclusivo patrimonio dell’eccellenza agroalimentare nazionale. Le peculiarità del nostro territorio, il know-how tramandato di generazione in generazione, la trasparenza e la sostenibilità sono i valori comuni che identificano il modello alimentare italiano in tutto il mondo. Un modello basato sui principi della Dieta Mediterranea, attraverso la combinazione di tutti gli ingredienti utili ad un’alimentazione sana, variata, equilibrata, genuina e “buona”. Difendere questa unicità è ora compito di Filiera Italia che si è già impegnata a sostenere le eccellenze nazionali sui mercati esteri, affrontando temi come i fondi comunitari all’agricoltura, l’aumento delle aliquote Iva e combattendo il sempre più diffuso “italian sounding” e il sistema di etichettatura con il “traffic light” inglese. Ad oggi l’export ha raggiunto un valore di 41 miliardi di euro, mentre il made in Italy “rubato” vale oltre 100 miliardi di euro, come afferma Roberto Moncalvo, Presidente della Coldiretti.

 

I Soci Promotori

I soci promotori di Filiera Italia sono nomi noti e molto apprezzati del panorama italiano agroalimentare: Coldiretti, Ferrero, Inalca/Cremonini, Consorzio Casalasco (Pomì e De Sica), Bonifiche Ferraresi, OCRIM, Farchioni Oli, Cirio agricola, Donna Fugata, Maccarese, OL.Ma, Giorgio Tesi Group, Terre Moretti (Bellavista) e Amenduni, “ma ad oggi sono pervenute già altre 43 richieste di adesione”, ha ricordato Luigi Scordamaglia, nella sua veste di AD di Inalca e di consigliere delegato di Filiera Italia. Nel corso del convegno ha preso la parola, tra gli altri relatori di rilievo, Francesco Paolo Fulci (87 anni) diplomatico italiano, già ambasciatore presso le Nazioni Unite e dal 2011 presidente di Ferrero, il quale, riferendosi al problema dell’italian sounding e dell’etichettatura a semaforo afferma: “L’Italia non ne può più di questi abusi”, citando la famosa invettiva pronunciata da Cicerone nei confronti di Catilina: “Fino a quando abuserai della nostra pazienza?”. Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale di Coldiretti e Vicepresidente di Filiera Italia sostiene che l’Italia deve fare sistema:Non mi vergogno ad affermare che la Filiera è nata per interessi, ma per interessi comuni. Ma la Filiera nasce anche dal cuore, per l’amore che si ha per il proprio territorio, per l’Italia in generale, per l’agricoltura italiana”. In rappresentanza di OCRIM, è intervenuto Alberto Antolini, AD di OCRIM, per spiegare la presenza di un’azienda metalmeccanica in Filiera Italia. “Siamo uno dei più importanti player a livello internazionale del settore molitorio. Ci sentiamo parte integrante della Filiera, in quanto ne condividiamo i valori. È vero siamo un’azienda metalmeccanica che produce impianti, ma impianti che processano una delle materie prime presenti nella Filiera. Ci siamo dati un’etica per realizzare i nostri prodotti, infatti sono tutti realizzati con materiali compatibili agli alimenti. Ecco perché anche noi ci sentiamo parte lesa di questo sistema regolatorio internazionale attuale, che equipara i nostri prodotti a quelli realizzati in paesi senza regole.”