Cresce la domanda di stacci in plastica classici e antimicrobici. Per rispondere alle crescenti richieste di informazioni e chiarimenti abbiamo dedicato un webinar a questo argomento. Per chi l’avesse perso offriamo una sintesi dell’intervista agli esperti Marco Galli e Simone Pedrini che ne illustrando i benefici e le principali differenze rispetto a quelli tradizionali in legno.
Ocrim, quale azienda top player nel mercato, ha sempre dedicato ampie risorse alla ricerca di soluzioni e materiali innovativi in grado di migliorare le performance degli impianti e la qualità della produzione molitoria. Gli stacci in plastica sono stati oggetto di accurati studi e sperimentazioni i cui risultati hanno consentito al nostro dipartimento di progettazione di realizzare due versioni, una classica e una antimicrobica. Per comprenderne meglio caratteristiche e benefici abbiamo intervistato i nostri esperti Marco Galli – direttore del dipartimento tecnologico – e Simone Pedrini – responsabile progettazione meccanica.
Marco Galli, dal punto di vista della performance del molino e della sua manutenzione, quale è la sostanziale differenza tra gli stacci in plastica classici e quelli antimicrobici?
Dato per scontato il notevole impatto migliorativo sulla qualità igienico-sanitaria del prodotto finito con l’uso di materiale plastico al posto del legno, più complessa è la distinzione tra staccio in materiale plastico e staccio in materiale plastico antimicrobico. La differenza tra questi due materiali impatta sicuramente anche sulla funzionalità dell’impianto. I plansifter necessitano di pulizia periodica, con una frequenza che varia in base alle condizioni climatiche, ma che comunque non è inferiore a 3/4 volte anno. Ogni pulizia prevede la fermata dell’impianto e l’impiego di persone per questa attività, comportando inevitabilmente un impatto sia produttivo che sui costi di gestione dell’impianto. Ecco, con la soluzione degli stacci antimicrobici la frequenza di questo intervento manutentivo si riduce con conseguente riduzione dei costi generali di gestione e miglioramento del TCO (Total Cost of Ownership).
Simone Pedrini, quali sono le differenze tra gli stacci in legno e plastica/antimicrobici dal punto di vista costruttivo?
Il legno è un materiale composito mentre la plastica è un materiale omogeneo. Con “materiale composito” si indica una sostanza costituita da fibre o strati opportunamente disposti, uniti tra loro mediante un legante; con “materiale omogeneo” si indica invece una sostanza la cui struttura è indifferenziata in ogni punto e che presenta caratteristiche fisiche e meccaniche uniformemente distribuite. L’omogeneità conferisce una migliore lavorabilità alle macchine e questo permette una migliore finitura e ripetibilità dimensionale: mentre le parti in legno devono essere formate in diversi passaggi su più macchine utensili, quelle in plastica vengono create per lavorazioni multiple sulla stessa macchina in un unico passaggio. Ciò assicura migliore precisione al pezzo finito. Ai fini pratici lo staccio in plastica avrà una deformazione più stabile nel tempo sotto l’azione premente del canale e dell’esposizione all’umidità derivante dal prodotto. Passando alla costruzione dello staccio: le parti in legno hanno necessità di fissaggi meccanici (viti, chiodi, graffe) o di incollaggi con prodotti specifici che non sempre rispondono al pieno utilizzo in campo alimentare. La struttura dello staccio in plastica presenta, invece, punti in cui è possibile la saldatura autogena, che fonde direttamente il materiale senza ulteriori apporti. Questo, assieme alla citata possibilità di lavorazione su più lati, ha permesso di ridurre il numero di fissaggi dello staccio pur mantenendo la flessibilità e capacità di adattamento allo schema tecnologico tipica di Ocrim. Ne consegue un minor fattore di rischio per il prodotto vagliato.
E invece, dal punto di vista della sostenibilità, è più efficace la plastica o il legno?
Relativamente agli stacci in plastica, essendo il materiale di partenza un polimero singolo, tutti gli scarti di lavorazione possono essere recuperati, rimacinati e reimmessi nel mercato come materia prima riciclabile al 100%, chiudendo il cerchio su una logica green che risulta sempre più imperativo seguire, soprattutto per le aziende. Tale riciclo non è completo invece con il composito di legno che, data la presenza di impregnanti, porta a materiali riciclati meno nobili. Il polimero scelto da Ocrim è ovviamente adatto al contatto alimentare prolungato o accidentale, con certificazione riconosciuta sia dalle direttive europee che americane.
È possibile installare stacci in plastica classici o antimicrobici in plansifter, sia Ocrim che non-Ocrim, che hanno sempre ospitato stacci in legno?
La grande flessibilità propria del disegno degli stacci Ocrim permette di replicare, sulla plastica, tutto ciò che fu proposto a suo tempo con il legno. Per le nostre macchine l’equivalenza degli schemi è scontata. Per quanto riguarda macchine non Ocrim, confermiamo che il cambio è possibile ed è anche già stato eseguito con successo (si veda il post https://www.ai-lati.it/2021/12/15/stacci-ocrim-ora-su-qualsiasi-macchina/ ). Consigliamo, in questo caso, un sopralluogo preventivo da parte di un tecnico Ocrim per valutare le condizioni della macchina oltre ai tipi di stacci. La visita assume più importanza se la macchina che si vuole aggiornare è antecedente al 2000, quando i metodi ed i mezzi costruttivi a disposizione erano profondamente diversi da quelli odierni.
Seguendo questa logica, Ocrim è riuscita, come affermato prima, a sostituire con successo stacci in legno con quelli in plastica su macchine proprie e di altri marchi, migliorando nettamente tutti gli aspetti legati alla sanitation e consentendo, quando richiesto, un aumento della superficie stacciante d’impianto.”