In ben oltre 55 anni di attività ha ricoperto ruoli tecnici e commerciali, onorando incarichi delicati in America Latina e in Africa. La carriera di Luigi Barboglio in Ocrim è stata la diretta espressione di una personalità complessa, fatta di autorevolezza, senso critico, dedizione e grande correttezza. Ha segnato la storia dell’azienda affrontando con determinazione i momenti difficili e vivendo con orgoglio i successi e l’espansione mondiale. Il ricordo dell’amico e collega Franco Schintu.

La “Spina Nel Fianco”

Luigi Barboglio è stato un personaggio a volte scomodo per la sua vena critica, ma sempre costruttiva, perché era un uomo d’altri tempi con un alto senso di responsabilità, che sapeva apprezzare il valore del lavoro, soprattutto in quel lontano 1948, quando fu assunto in Ocrim appena ventenne. In soli quattro anni passò da operaio qualificato, a operaio specializzato, a tecnico progettista. Era appassionato, curioso e con una gran voglia di imparare il mestiere. Dopo la parentesi di un anno per assolvere gli obblighi di leva militare (1953-1954) tornò in Ocrim come funzionario di vendita per l’Italia e la Libia e, dal 1957, anche per l’America Latina. Un ruolo che gli consentì di esprimere pienamente le sue doti relazionali e le sue competenze tecniche, molto apprezzate dai clienti e dal management aziendale, tanto che nel 1963 fu promosso dirigente e capo area per il mercato latino-americano. Le sue mansioni furono poi estese ad alcuni paesi dell’Africa e dell’Europa, fino a ricoprire l’incarico di consigliere delegato della Italmolinos spa, filiale dell’Ocrim in Spagna, dal 1985 al 1987. In 55 anni di attività ha venduto oltre 180 impianti molitori, supervisionandone l’installazione e collaborando alla formazione del personale. (Da Sinistra: Luigi Barboglio e Alberto Antolini, CEO Ocrim).

Nel 1988 è andato in pensione, ma la sua collaborazione con Ocrim è proseguita con pari intensità per ulteriori 15 anni. Il legame con Ocrim è restato forte e saldo; tornava periodicamente in azienda per salutare i colleghi e ogni volta si informava sui progressi tecnologici commentandoli e apprezzandoli con grande orgoglio, come racconta lui stesso nel video. Nel 1991 fu insignito del titolo di “maestro del lavoro” e non riuscì a nascondere l’emozione per il riconoscimento e le congratulazioni dei colleghi che lo festeggiarono. Ci ha lasciati cinque anno fa (1928-2015), ma la sua impronta resterà sempre viva in tutti noi, come ricorda Franco Schintu, suo caro amico ed ex Direttore Acquisti Ocrim: “Mi manca il suo fare critico ma volto a chiarire, conoscere, spesso contestare le opinioni altrui. Non c’è più quella “spina nel fianco“ che mi obbligava a leggere e rileggere quanto scrivevo; non sarebbe passato più di un minuto per vedermelo comparire con il block notes sotto il braccio con appuntate le sue osservazioni; lo sguardo si tramutava da severo a bonario quando usciva dall’ufficio convinto dalle mie ragioni. Spesso l’aveva vista giusta lui e allora me lo avrebbe ricordato decine di volte sino a farmi temere un incontro ravvicinato. Era affascinante sentire raccontare le sue storie vissute principalmente in quel Sud America ove aveva trascorso gran parte della vita in tempi difficili e lontani. La sua Ocrim era una costante nei ricordi quotidiani di decenni passati nei molini tenendo alta la bandiera della Società a qualsiasi costo. Tenacia, competenza e determinazione sono l’eredità che ci ha lasciato. (…) conoscevo bene il personaggio e cercavo di interpretare ogni sua lamentela facendo ogni sforzo per smorzare il suo disappunto. (..) Adios Don Luis”. (Da sinistra: Luigi Barboglio insieme all’amico e collega Franco Schintu)